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I PROGETTI |
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Leggi pure: II PERCHE' DI UN PROGETTO PILOTA; LA FILOSOFIA DEL PROGETTO PILOTA |
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Ecomuseo "Dalle Memorie al Futuro" (Progetto di cooperazione internazionale) tra il Gal Piceno (capofila), il Gal Sibilla e il Gal Oulujärvi (Kainuu - Finlandia)
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PROGETTO PILOTA
Un ecomuseo è uno specchio dove la popolazione si guarda, per riconoscersi in esso, dove cerca spiegazioni del territorio al quale è legata, unite a quelle delle popolazioni che l’hanno preceduta, nella discontinuità o nella continuità delle generazioni. Uno specchio che la popolazione tende ai suoi ospiti, per farsi meglio comprendere, nel rispetto del suo lavoro, dei suoi comportamenti, della sua intimità. George Henrì Rivière
Cos’è un Ecomuseo E’ un’istituzione che si occupa di studiare, conservare,valorizzare e presentare la memoria collettiva di una comunità e del territorio che la ospita, delineando linee coerenti per lo sviluppo futuro; è il frutto del rapporto costruttivo tra una popolazione,la sua amministrazione e un equipe pluridisciplinare di esperti;è un organismo che, pur rivolgendosi anche ad un pubblico esterno, ha come interlocutori principali gli abitanti della comunità i quali, anziché visitatori passivi, vogliono diventare fruitori attivi;è un museo del tempo, dove le conoscenze si estendono e diramano attraverso il passato vissuto dalla comunità per giungere nel presente, con un’apertura sul futuro;è un museo dello spazio: spazi significativi dove sostare e camminare. Privilegia il linguaggio visivo diretto degli oggetti fisici e delle immagini, valorizzati nel loro contesto originario.
Un ecomuseo del paesaggio pone al centro della propria attenzione tutto il territorio come un museo diffuso, ove rendere nuovamente leggibile e apprezzabile -in primo luogo alla sua popolazione - l’identità e la diversità del proprio paesaggio, la cultura materiale e immateriale qui radicata nei secoli, le caratteristiche ei valori che possano orientare con maggiore coerenza scelte di sviluppo sostenibile. Diffusi dapprima in Francia (ove esiste una federazione degli ecomusei) e in altri paesi francofoni come il Canada, sperimentati poi in molti altri paesi europei e in situazioni territoriali diverse, si stanno affacciando prepotentemente sulla scena italiana come una delle forme più innovative nella difficile coniugazione di conservazione e sviluppo, cultura e ambiente,identità locale e turismo. In Piemonte (dove ne esistono 17), Lombardia(24), Friuli Venezia Giulia, Trentino, Toscana ( Casentino), Emilia,Umbria, Puglie. La creazione degli ecomusei è regolata da leggi specifiche.
Perché un Ecomuseo della Via Salutaria La Via Sal(ut)aria,con le sue infinite diramazioni,fu aperta dai Pelasgi,gli antichi Minoici che già dal II millennio a.C. approdavano nell’Adriatico giungendo dal mare Egeo. Dionigi di Alicarnasso ci parla di un antico vaticinio dell’oracolo di Apollo in Dodona che indicava a quelle popolazioni pacifiche il lago di Cutiliae(oggi lago di Paterno) dove avrebbero trovato la loro casa definitiva. La strada prese il nome dalle sorgenti di acqua sulfurea che la caratterizzano a partire da Acquasanta(in cui la santità dell’acqua era sicuramente legata a un luogo di culto, di specifica specializzazione religiosa, come era Castel di Luco,la Statio ad Acquas in epoca remota) per arrivare a Cotilia e Antrodoco, non sottovalutando quelle sorgenti presenti nelle diramazioni del Castellano e del Velino e nelle diramazioni verso il fermano(Abbazia di S. Ruffino di Amandola). Su questa strada si innestarono i miti del Ver Sacrum, la migrazione primaverile di popolazioni sabine guidate dal picchio. Il termine Salutaria, nel periodo romano divenne Salaria, è ben nota la pratica di quel popolo nel cancellare traccia e memoria di precedenti civiltà. Nei secoli, pellegrini e viandanti, giungevano nel nostro territorio provenienti dall’Abruzzo, dall’Umbria e dal Lazio, trovandosi di fronte a scenari paesaggistici di grande impatto(oggi inseriti nell’importante contesto del Parco Nazionale Gran Sasso Monti della Laga e del Parco Nazionale dei Monti Sibillini), in cui l’elemento acqua era ed è dominante: Acquedotti, Corsi d’acqua, Cascate, Grotte, Sorgenti di acqua sulfurea per uso termale,Mulini ad acqua)la sua pietra tipica,il Travertino, che da queste acque ha avuto origine e che è stato usato dalle popolazioni locali per case e fortificazioni, i suoi boschi impenetrabili, con i suoi prodotti:funghi, castagne, tartufi, le antiche tradizioni della manualità popolare:il legno,le carbonaie, l’attività dei mulini, i canti e balli popolari. Ecco le ragioni per porre al centro di un progetto ecomuseale una strada millenaria che ha visto la nascita della civiltà picena, che meglio di ogni altra è capace di condensare la memoria storica e l’identità della popolazione che ci vive, che unisce e che è capace di innescare processi virtuosi e solidali. Pertanto,le sue componenti essenziali sono: 1. Il territorio perché l’ecomuseo non è un edificio o un luogo, ma è diffuso in tutto lo spazio, rappresentandone e rendendone più visibili il paesaggio, la storia, la memoria, l’identità. 2. La popolazione che è il vero soggetto-oggetto dell’Ecomuseo, perché solo la sua partecipazione ne legittima l’esistenza, perché è il succedersi delle comunità e delle popolazioni nello spazio e nel tempo che ha creato il paesaggio e il patrimonio di un territorio. 3. Il patrimonio, inteso non come una parte (come l’arte o la scienza o l’archeologia o l’etnografia o la biodiversità), ma come tutto ciò che per una comunità è degno di essere considerato tale, o anche tutto ciò che i padri ci hanno lasciato perché venga trasmesso accresciuto ai nostri figli.
Finalità e area interessata Il progetto pilota è la fase di avvio delle ricerche per l’individuazione e la futura costituzione dell’Ecomuseo della Via Salutaria. L’area di studio di cui si occuperà in via preliminare, è l’ambito territoriale del Comune di Acquasanta Terme e le aree limitrofe e poi, successivamente il territorio di Arquata del Tronto per proseguire verso il Reatino sino alla zona Sabina.
Obiettivi del progetto pilota 1. avvio di un processo, di cui il progetto pilota rappresenta la fase preliminare e dimostrativa, che porti alla costituzione di un Ecomuseo della Via Salutaria, alla sua progettazione attuativa, alla sua realizzazione partecipata, alla sua organizzazione e gestione. 2. prima individuazione e conoscenza del territorio,delle sue caratteristiche, delle sue risorse e potenzialità, delle sue problematiche e debolezze attraverso una scientifica ricerca sul campo che porti alla costruzione di banche dati. 3. applicazione e sperimentazione di metodi per la conoscenza e la trasmissione, ad un settore specifico del patrimonio ecomuseale, che è quello dei saperi e delle maestrie viventi connesse alla manutenzione e corretto sviluppo del paesaggio. Tale obiettivo comprende a sua volta due finalità specifiche: -condurre, attraverso la necessaria raccolta di informazioni etnografiche e tecniche, un’attività di animazione e diffusione dell’Ecomuseo sul territorio. -stabilire contatti di scambio e lavoro comune con altri ecomusei, per l’impostazione delle metodologie di trasmissione dei saperi e di verifica dei risultati. 4. organizzazione di un momento di sintesi parziale del lavoro attraverso un convegno di studio, che ha l’obiettivo di discutere e diffondere i risultati e di formulare proposte per la prosecuzione del progetto generale . Risultati concreti attesi
Verranno inoltre attivati Forum di discussione e partecipazione con i Comuni, associazioni, operatori, esperti, ecc. e Laboratori operativi per la costruzione delle mappe di comunità e la trasmissione dei saperi. |
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